Ovvero, la sacra arte di apprezzare ed onorare i regali ricevuti contro la altrettanta sacra arte di apprezzare ed onorare le ore libere di riposo.
Partiamo dall'inizio, dal giorno della mia nascita e dalla piacevole usanza di festeggiarlo ogni anno con parenti prima e amici poi.
La consuetudine, peraltro a me molto gradita, vuole che in tale ricorrenza sia organizzato un qualche tipo di ritrovo comune che, nel mio caso, di solito significa: "grande abbuffata in famiglia" con i parenti e "grande abbuffata in amicizia" con gli amici di sempre.
Tradizionalmente in questo tipo di raduni una delle pratiche comuni è quella di offrire doni al festeggiato, doni che stanno a simboleggiare (spero!) l'amicizia a la stima verso di esso.
Anno dopo anno però, vuoi per l'oramai "abbondate" età raggiunta, vuoi per l'opulenza della vita moderna che non fa mancare proprio nulla di necessario alle vite di tutti noi, le idee "sul come e sul cosa" regalare di solito scarseggiano.
Ma non tra i miei amici. Certo che no! A loro le idee non mancano mai !!!
Ed in occasione dell'ultima ricorrenza ho ricevuto come dono uno strano "insieme di oggetti eterogenei atti allo svolgimento di uno specifico compito" (in seguito "kit") per la produzione di birra artigianale casalinga.
Che meraviglia! Che splendore! Che bella idea! E ... ma aspettate un momento, ma ... ma c'e' da lavorare! C'e' da ingegnarsi, c'e' da dedicarci molto tempo per usufruire del regalo! Ma ... ma ...
ma che sbattimento !!!!
Comunque, dopo attente analisi online sul dafarsi, dopo l'attesa del clima giusto o meglio della temperatura adeguata, dopo aver allertato la protezione civile, i pompieri, il genio civile la nasa e l'FBI, ho dato il via ai lavori.
Andiamo con ordine, in primo luogo occorre procurarsi poco meno di una trentina di litri di acqua di fonte. Abilmente risolto acquistando 3 pacchi di acqua da 6 bottiglie ciascuno da 1,5 litri al supermercato, purtroppo senza consegna a domicilio.
Poi bisogna disinfettare tutta l'attrezzatura, scaldare il preparato, versare e miscelare tutto nel fusto di fermentazione, trovare un posto adeguato dove piazzarlo, aggiugere zucchero, mescolarlo per bene, attendere che si abbassi la temperatura e sigillare il fusto apponendo il gorgogliatore.
Dopo qualche ora inizia la fermentazione. Che prosegue imperterrita per una decina di giorni in cui il locale che ospita il fusto si satura di un odore caratteristico ma poco piacevole, e io l'ho messo in cucina! Mannaggia.
Terminata la fermentazione inizia la fase più delicata dell'imbottigliamento,
in cui bisogna di nuovo sterilizzare tutta l'attrezzatura, tutti i tappi, tutte le bottiglie, travasare il composto fermentato nel secondo fusto, aggiungere di nuovo altro zucchero, imbottigliare una per una tutta la birra ottenuta, capire cone montare e come funziona l'aggeggio per apporre il tappo e tappare le bottiglie sigillandole per bene, attaccare le etichette preparate in precedenza e trovare il posto dove stiparle in attesa che l'affinamento in bottiglia si completi.
La cucina sembrava esplosa.
Dopo cira un paio di mesi dall'inizio dei lavori, finalmente poi è arrivato il momento del primo assaggio!
E sorpresa delle sorprese, non fa schifo come tragicamente pronosticato! Anzi è buona, ma proprio buona!
Bella fresca, leggera e adeguatamente gasata va giù che è un piacere!
Leggera si ma quanto?
Bho!
Parte degli attrezzi del kit servono a misurare con precisione e scientifico rigore la gradazione alcolica raggiunta, ma ho sbagliato i calcoli e non ho idea del tasso alcolico effetivamente raggiunto. D'ufficio ho scelto e scritto sulle etichette, assolutamante a caso, un bel 7% di volume.
Sbattimento si dunque, ma che soddisfazione!
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